L’Ebbrezza della volata finale
di valerio Molinaro
Immaginate una calda giornata estiva del 1999 in un torbido ufficio da detective dalle parti di Miami Beach. Ora vi chiedo un ulteriore sforzo. Immaginate una donna sexy, glaciale e spietata che entra nel vostro ufficio e ancheggiando vi chiede di rintracciare Charles Bukowski, lo stesso scrittore che voi sapete per certo essere morto da qualche anno. Questo è ciò che ha vissuto Chuck Malone, un investigatore privato, fallito, alcolizzato e da cliché coinvolto in una spirale di casi assurdi, alle prese con mogli fedifraghe, scommesse ippiche finite male e agenti dell’F.B.I. che si divertono a torturare i poveri cristi con gli elettrodi. Filo conduttore di tutta la vicenda sembra essere Miguel Garcia, il miglior cliente di Malone (anche se lui non l’ha mai incontrato di persona), che gli commissiona la ricerca di una misteriosa e fantomatica Fenice Rossa.
L’azione si svolge tra squallidi sobborghi malfamati, splendidi quartieri residenziali, librerie e bar, soste obbligate per rimandare quanto più possibile gli impegni e sprofondare in una falsa autocommiserazione che non si addice Chuck Malone, il più dritto detective di Miami Beach.
La possibilità di portare in scena un vero noir, far vivere le atmosfere e i colori di questo genere così iconico è una sfida e un piacere allo stesso tempo. L’ebbrezza della volata finale è stata una vera e propria corsa, con personaggi che entrano e escono, riempiendo gli occhi e il cuore dello spettatore, oltre che la giornata del nostro protagonista.
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Ancora un attimo
di Massimiliano Bruno
Cosa può scaturire dall’incontro tra una maestra elementare narcolettica, periodicamente preda di drammatiche amnesie, che resettano la sua memoria come implacabili colpi di spugna ed uno scrittore di bizzarre fiabe, cleptomane e bugiardo impenitente? Nel mondo reale probabilmente nulla di duraturo ed edificante; nel delizioso lavoro drammaturgico di Massimiliano Bruno, sarà l’amore la vera medicina. Due personaggi al limite della normalità, pieni di nevrosi e fissazioni e possessori di una buffa visione del mondo. Tra colpi di sonno improvvisi e furtarelli nei grandi magazzini, Roberto si innamora di Beatrice e decide che quella è la donna della sua vita e da questo momento inizia una storia d’amore fatta di scontri, malintesi, amnesie e coraggio che li porterà ad un’imprevista virata conclusiva.
Ho l’onore di firmare la regia di questa nuova messa in scena di un testo così bello, allegro, commovente e profondo! E di dirigere due attori veramente bravi!
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Carta Canta
Quando i fumetti diventano canzoni
Presentato nella sua serata di debutto all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Carta Canta è una commedia musicale (scritta dal cantautore Mirko Fabbreschi e tratta dall’omonimo libro) dedicata agli eroi della fantasia. Una storia insolita ed originale che vede come protagonista un grigio burocrate, ligio al dovere e amante delle scartoffie, costretto a confrontarsi di nuovo con i personaggi dei fumetti che tanto amava da ragazzo. La storia portata in scena sul palco è aiutata da disegnatori che illustrano dal vivo le rivisitazioni di alcuni classici della musica leggera italiana eseguite live dai Raggi Fotonici: brani che grandi cantautori come Lucio Dalla, Edoardo Bennato, Ligabue o Samuele Bersani hanno voluto dedicare al mondo dei comics: da “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”a “Topolino”. Un racconto che si sviluppa su più livelli coinvolgendo più linguaggi narrativi. Una bella esperienza di cui porto un ricordo molto affettuoso.